Biologico

Digestione aerobica del fango

E’ un trattamento biologico a biomassa sospesa in cui avviene la degradazione e stabilizzazione aerobica della sostanza organica, il meccanismo è lo stesso che avviene nei processi biochimici del trattamento a fanghi attivi, con l’unica differenza che la ridotta alimentazione del substrato organico sposta il processo favorendo la degradazione della biomassa, con la riduzione della materia organica volatile. la riduzione di solidi volatili è legata alla temperatura nel reattore di 20-30 giorni, a temperatura media attorno ai 18°C si ha una riduzione dei solidi volatili di circa il 40%.

Con la digestione aerobica si completano quei processi di assimilazione e degradazione biologica delle sostanze organiche presenti nel fango in ambiente aerobico ricco di ossigeno, già iniziate e prolungatesi nella fase di ossidazione biologica.

La digestione aerobica del fango è essenzialmente applicata negli impianti a fanghi attivi e senza sedimentazione primaria. Il processo avviene in una vasca aperta, il fango è mantenuto in agitazione per mantenere in sospensione le particelle di fango, inoltre per efficace ossigenazione e distribuire uniformemente l’ossigeno immesso, è realizzata tramite insufflazione d’aria. La digestione aerobica è preferibile a quella anaerobica.

 

Digestione anaerobica del fango

E’ sempre un processo biologico a massa sospesa, dove le reazioni metaboliche si sviluppano senza stare in contatto con l’atmosfera ossia in difetto di ossigeno. Nei digestori i microorganismi facoltativi ed anaerobici utilizzano l’ossigeno occorrente per la nutrizione e lo sviluppo, prevedendolo dalle sostanze organiche biodegradabili operando una effettiva trasformazione: dei composti  a base di zolfo in idrogeno solforato, dei composti azotati in ammoniaca, dei carboidrati in metano ed anidride carbonica e come risultato di questo processo si ha la formazione di metano.

La produzione di CH4 (metano) rende interessante questo processo, anche se è strettamente legata alla temperatura  e al valore del pH, fattori che necessitano di un dimensionamento adeguato alle esigenze del cliente. Inoltre la presenza la presenza di composti solforati, di ammoniaca e di anidride carbonica, richiede impiantistica molto complessa per renderlo utilizzabile, senza indurre fenomeni di inquinamento secondario, immissioni in atmosfera di anidride solforosa, composti azotati, ecc.

In realtà i digestori anaerobici sono impianti a elevata potenzialità, per la loro economicità nei consumi energetici. La quantità di fango stabilizzato che si produce può risultare assai inferiore rispetto a quella ottenibile con la digestione aerobica; inoltre i fanghi anaerobici sono più facilmente ispessibili di quelli aerobici. Infine nei digestori anaerobici si realizza un abbattimento molto efficace della carica di batteri e di virus presente nel fango “fresco” si può prevenire a rendimenti dell’ ordine del 98%, indubbiamente più alti che nei digestori aerobici. Il rovescio della medaglia dei digestori anaerobici è costituito dal fatto che, la reazione avvenire in ambiente chiuso, isolato dall’esterno hanno un costo impegnativo sia in termini realizzativi che di gestione.

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